Era l’estate del 2006, avevo 4 anni ed ero in vacanza in montagna con la mia famiglia.
Un giorno, io e mia sorella, decidemmo di andare al parco giochi. Io avevo portato con me il mio inseparabile coniglietto di peluche, che avevo chiamato Joy.
Mentre io e mia sorella giocavamo a palla, avevo appoggiato il mio pupazzo sul marciapiede. Controllavo sempre che ci fosse ancora, perché ci tenevo davvero molto. Dopo aver controllato per l’ennesima volta, mi avventai sul marciapiede e scoppiai in lacrime: Joy era sparito! Mia sorella cercava di calmarmi, ma io ero tristissima e continuavo a piangere.
Notai che circa cento metri più avanti c’era una bambina con in mano il mio coniglietto. Le corsi subito incontro e cercai di strapparle dalle mani Joy, facendole anche capire che quello che aveva con sè era mio. Si mise a piangere pure lei e suo papà le disse di restituirmelo, perché sapeva che non era suo, anche se non aveva visto che lo prendeva dal marciapiede. Ma lei non ne voleva sapere e continuava a strillare tenendolo stretto in mano.
Dopo vari tentativi riuscimmo a prenderlo e il padre della bambina per scusarsi ci invitò a cena al ristorante.
Lo considero un atto di grande gentilezza!
Carola
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