Una stanza vuota

Circa nel 1800 la regina Rosalia e il re Arturo diedero alla luce una bellissima bambina di nome Anna. Tutto andava bene; all'età di 6 anni iniziò ad andare a scuola ed era apprezzata da tutti, questo la rendeva una bambina molto felice. Era anche gentile ed educata, cercava sempre di aiutare tutti e spesso, in cambio, riceveva dei regalini. Andava molto bene a scuola, si impegnava molto, ottenendo buoni risultati, e a casa sua mamma le insegnava a cucire
Un brutto giorno, fece visita a palazzo una strega cattiva di nome Lara, che comunicò alla famiglia che Anna era affetta da una brutta e grave malattia molto rara (per cui i medici non avevano ancora trovato una cura), ma che Lara sarebbe riuscita a guarirla facendole un incantesimo. Questa strega era da sempre innamorata di Arturo, quindi aveva detto alla famiglia che in cambio il re doveva divorziare da Rosalia e sposare Lara. I genitori della bambina non credevano nelle streghe, per cui non la ascoltarono e le chiusero la porta in faccia. Nel frattempo Anna cresceva come una bambina normale, sempre molto allegra.
All'età di 16 anni, però, la principessa si sentì molto male e svenne. Subito la portarono dai medici e rimase sotto il loro occhio per settimane. Arturo e Rosalia, dato che era passato veramente molto tempo, non si ricordavano più di quel giorno in cui la vecchia strega cattiva fece loro visita dicendo che Anna era gravemente malata e, dato che era passato di mente sia al re che alla regina, non riuscivano a capire da cosa provenisse il malore che aveva avuto la povera ragazzina. Quando Rosalia se lo ricordò esclamò:
"E se tutto questo avesse a che fare con Lara?"
"Impossibile, le streghe non esistono e non sono mai esistite, lei se lo sarà inventato per tentare di sposarmi ancora una volta.", rispose Arturo. Ma Rosalia era sempre più convinta che quella strega c'entrasse qualcosa, e quindi aggiunse:
"Ma se ci pensi, Lara aveva anche detto che i primi segni della malattia si sarebbero evidenziati verso i 16-17 anni... adesso Anna ne ha 16!" Ma Arturo non cambiava idea.
"Sì, tutto quello che ci aveva detto Lara corrisponde a ciò che sta succedendo a nostra figlia, ma io non cambierò la mia opinione: le streghe non esistono!!!" Disse lui infine.
Il re e la regina erano sempre più preoccupati, perché sembrava che la situazione della ragazzina stesse peggiorando giorno per giorno.
Dopo poco, tornò a far visita al castello la vecchia e cattiva Lara.
"Ahahah, e io che vi avevo detto? Arturo, bastava che tu mi sposassi e tutto questo non sarebbe successo! Siete stati voi a volere questa tragedia, io non posso farci niente!" Il re stava perdendo la pazienza e si mise ad urlare:
"Basta! Tu non hai il diritto di venire qui a raccontare tutte queste frottole! Ti bandisco dal regno per ... " "Lara, cos'hai fatto ad Anna? Le hai fatto un incantesimo? Le hai fatto venire tu questa malattia?" Lo interruppe Rosalia. La strega rispose:
"Mi spiace, non posso parlare... sono stata bandita per sempre dal tuo caro marito!!" Detto questo, se ne andò e si sentirono le sue risate diaboliche finché non oltrepassò il cancello.
Rosalia era disperata. Sapeva che da un momento all'altro sua figlia sarebbe deceduta. Poi, come se non bastasse, c'era suo marito che la trattava come una pazza che credeva nelle streghe. Ormai il re e la regina non si parlavano più.
Dopo pochi giorni, Anna morì. Rosalia non riusciva più a stare calma. Adesso era davvero disperata.


Dopo il funerale della povera ragazzina, il re e la regina si separarono, ma continuarono comunque a vivere insieme, anche se in stanze diverse. Non volevano più vedersi. Arturo non riusciva proprio a credere che sua moglie supponesse che tutto ciò avesse a che fare con Lara, pensando anche che fosse stata la strega ad ucciderla.
Passarono 3 anni. Non era cambiato nulla da quando Anna era morta. Rosalia era sempre più depressa, non riceveva mai visite, il motivo era che LEI non voleva ricevere visite. Non usciva nemmeno più; la servitù le passava il cibo lasciandolo davanti alla porta della sua camera, così, quando lei sapeva che non sarebbe più passato nessuno per il corridoio, prendeva la chiave e apriva la porta, per poi prendere il mangiare. Aveva perfino fatto cambiare la serratura della porta, per paura che il suo ex marito o qualche donna del personale potesse entrare. Solo lei aveva la chiave, nessun altro. Non voleva proprio vedere nessuno. Voleva stare da sola.
Riguardo Arturo, invece, si può dire solamente che viveva la sua vita in modo normale, anche se, naturalmente, aveva dentro di sè quel vuoto che si ha quando si perde qualcuno di caro. E quel qualcuno erano appunto sua figlia e la sua ex moglie, che non vedeva più da anni.
Un giorno, Rosalia stanca di rimanere chiusa in quella stanza, si decise: uscì in paese. Tutti si stupirono nel vederla e si allontanarono da lei, perché nel frattempo avevano iniziato a far girare voci false su di lei, ad esempio che non usciva più perché era malata di una malattia parecchio infettiva da cui non si può guarire. Quel giorno, passò dal suo panettiere di fiducia che le disse che prima che Arturo la bandisse dal regno, Lara passava sempre nel panificio e che una volta disse al commesso: "La prima volta che io andai al castello, non era assolutamente vero che Anna era già affetta da quella malattia, ma dato che il re non aveva intenzione di accettare la mia proposta di matrimonio, gliela feci arrivare io. In poche parole la maledissi."
"Lo sapevo! Arturo non mi ha voluto credere, ma io lo sapevo!" esclamò Rosalia.
Adesso, usciva più spesso, ma con il re non ci parlava ancora. "E' un miracolo che non abbia bandito anche me" pensava ogni giorno.
Una notte, mentre era a letto che dormiva, sentì dei rumori inquietanti che provenivano dalla soffitta o dal giardino, non si capiva bene. Spaventata, uscì dalla camera, con tanto di candela per farsi luce per vedere cose stesse succedendo. Capì che la confusione proveniva da una stanza in fondo all'atrio. Tremante di terrore, aprì la porta. Dentro non c'era nulla. I rumori erano cessati. Quella era una stanza vuota, non la avevano mai usata, per cui non c'era dentro niente, era priva di tutto: mobili, tappeti, sedie. Era completamente vuota. Ma notò che sul muro era apparso un quadro. Un quadro affascinante, veramente stupendo. Non lo aveva mai visto prima. Era raffigurata una bellissima ragazza, con occhi azzurri e capelli biondi. Indossava uno splendido abito lilla, con tanto di luccichini e ornato di pizzo. Rosalia conosceva bene quel viso e quel vestito. Quella ragazza era Anna! Quella veste era quella che indossava nella bara, perciò era quella che indossava in quel momento. Rosalia era un po' spaventata, ma allo stesso tempo era molto contenta.
"Anna!!! So che sei qui! Vieni fuori, ti prego! Mi manchi tantissimo! Esci, ti supplico! Voglio vederti!!!" Urlò la madre. Detto questo, vide un'ombra uscire dal quadro che si dirigeva verso di lei: era sua figlia. Rosalia pianse dalla felicità, e ogni notte, alla stessa ora si dirigeva nella camera vuota (che poi diventò la stanza di incontro con Anna) per rivedere e parlare con sua figlia. La madre, tant'era felice, sentì il bisogno di parlarne ad Arturo, così lui si scusò con Rosalia e ben presto tornarono insieme.


Carola e Lorenza

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.